La Quaresima e il Tempo Pasquale sono — ci ricorda l’Arcivescovo nella sua Lettera Pasquale — un periodo di Novanta giorni per riscoprire il tesoro della fede, fino a decidere di nuovo, con rinnovata convinzione ed entusiasmo, di appartenere a Cristo e alla Chiesa, facendo del Vangelo e della persona di Gesù la luce e la forza delle decisioni quotidiane, in ogni campo dell’esistenza. Come fare?
La liturgia domenicale è quest’anno (ciclo A) particolarmente efficace nel riproporre un cammino catecumenale e mistagogico che riprende il kerygma (annuncio fondamentale) della fede: la Veglia pasquale ne è il fulcro e la Pentecoste il punto di arrivo. La quaresima sarà bene dedicarla a smascherare le false “parole di vita” che ci allontanano da Dio e dalla comunità, rendendoci tristi, poiché non rispondono ai bisogni profondi di felicità e di pienezza; il tempo pasquale sarà propizio per riscoprire la bellezza dell’esistenza in Cristo e nella Chiesa, dono da vivere e da condividere con semplicità e allegria.
Fissare in questo modo lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento (Eb 12,2), sarà favorito anche dalla conoscenza del nugolo di testimoni (Eb 12,1) che incarnano la bellezza e la fecondità umana della scelta di fede. In ogni comunità ci sono o si conoscono persone e situazioni, di ieri e di oggi, capaci di mostrare come l’adesione a Cristo e alla Chiesa conduca a pienezza di vita e felicità. Non bisogna scomodare i grandi personaggi: si possono porre in evidenza anche i “santi della porta accanto”: i genitori che crescono con amore i figli, gli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, i malati che non perdono la speranza, le religiose anziane che continuano a sorridere, […] quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio (cf GeE 7 )
Le nostre proposte parrocchiali saranno orientate in tal senso.