Sono in sensibile aumento tra il 2022 e il 2023 le persone accolte nei centri di ascolto e nelle strutture che offrono aiuto e sostegno della Caritas diocesana di Lucca. E’ il primo dato che emerge dal dossier statistico sulla povertà, riferito al 2023, e che come ogni anno offre una fotografia delle diseguaglianze e della richiesta di sostegno nel territorio dell’arcidiocesi di Lucca.
Le persone accolte nel 2023 sono, infatti, state 2.472, delle quali 575 hanno instaurato un contatto con i centri di ascolto per la prima volta. Un numero record e in sensibile crescita rispetto al 2022 che aveva visto in totale 2.385 persone accolte, molte di più del numero toccato nel 2017, soltanto per fare un esempio: in quell’anno la cifra si era fermata a 1.721.
Nel dettaglio aumenta l’afflusso di donne ai Centri d’ascol-to e rimane stabilmente alta anche la presenza maschile: 56,7% contro il 43,3%. Quanto alla provenienza, nel 2023 il 46% di coloro che si sono rivolti per vari motivi alla Caritas diocesana è italiano, il restante 54% è straniero.
La fragilità persistente è stata esacerbata dal lungo strascico della pandemia, dai precari equilibri geopolitici connessi alle guerre in corso e dalla rilevante crescita dell’inflazione”.
Venendo alle storie e ai volti delle persone accolte nei punti di rilevazione – 32 Centri di Ascolto, 2 empori e 5 associazioni – dislocati nei diversi comuni e frazioni dell’Arcidiocesi, scopriamo che nel 2023 sono state censite 2.472 persone (2385 l’anno precedente). Si tratta del numero più alto mai registrato dall’inizio delle attività dei centri d’ascolto.
Tra i percorsi di impoverimento si individuano quattro profili. Il primo, ed è la maggioranza dei casi, riguarda i nuclei familiari composti da persone coniugate o conviventi con gli figli piccoli, il cui impoverimento prende avvio da difficoltà legate al lavoro. Il secondo profilo di persone è costituito da nuclei familiari monogenitoriali e, in modo particolare, da quelli che hanno come figura adulta di riferimento una donna. Il terzo coinvolge soprattutto le persone che vivono da sole, senza figli. Infine coloro che non sono più in età da lavoro senza reddito adeguato.