Siamo giunti celebrare il dono di Amore che Gesù ci offre attraverso l’Eucaristia: Egli si offre a noi, vero Cibo e vera Bevanda, per donarci la pienezza della Vita; così diventeremo suo vero Corpo, riconciliati gli uni con gli altri e—soprattutto – con Dio. Dalla “comunione” con il Signore risorto nasce la “comunità” che si esprime in quella porzione di Chiesa che è la Chiesa di Lucca e, in particolare, la nostra Comunità Parrocchiale.
Ricevere la “comunione” per vivere la “comunità”: è questo il dono grande della festa del Corpus Domini, un dono da accogliere e, sempre, ogni giorno, da costruire. Non si realizza in un giorno, non è questione di volontarismo e neanche frutto di isolati operatori: la comunità cristiana si realizza progressivamente ed ha bisogno dell’apporto di tutti: grandi e piccoli, buoni e meno buoni, capaci e meno capaci. Tutti.
E, riflettendo su questo, mi viene da pensare alla preparazione del “tappeto fiorito” che abbiamo vissuto in questi giorni.
C’è stata all’inizio, un’idea, “l’Eucaristia fermento di pace”, e poi si è passati alla realizzazione. E sono entrati in gioco tanti altri elementi, rivelatisi tutti estremamente necessari: l’ubicazione giusta, la scelta e il reperimento del materiale adatto (fiori, sabbia, segatura, …), i tempi dell’esecuzione. Ma non saremmo arrivati a una buona conclusione se qualcuno prima non avesse misurato il terreno e poi teso dei fili per costruire il piano di posa e sistemare la sabbia su cui infine elaborare il disegno. Tante persone per un unico obiettivo, apparentemente semplice, ma complesso; tante persone, tutte necessarie, una per una.
Così è la nostra Comunità Parrocchiale: vi è un Progetto che è quello di Gesù e che molti di noi condividono; il bello è mettersi all’opera per realizzarlo.
Ognuno può donare qualcosa; se non ci rimbocchiamo le maniche –tutti— il Progetto non si realizza.
Superiamo la mentalità che ci fa pensare di non essere adatti, di non avere qualità o, peggio ancora, di aspettare che ci chiamino