Dopo aver vissuto, ieri, la memoria di S. Martino Vescovo e operatore di carità, domenica prossima celebreremo la Giornata Mondiale dei poveri.
Sono due avvenimenti che si richiamano a vicenda: da una parte incontriamo Martino che, ancora catecumeno, divide il mantello con un povero che poi gli si rivela essere Gesù; dall’altra parte, con la “Giornata dei Poveri”, mettiamo in pratica e attualizziamo quanto Martino ha compiuto, rivolgendoci agli indigenti del nostro tempo. E questo lo facciamo non solo per pietà umana, per sollevare chi si trova senza mezzi di prima necessità, ma come espressione della nostra fede in quel Gesù che ci ha detto: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere.. Tutte le volte che avrete fatto qualcosa di simile ad uno dei miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (cf. Matteo cap. 25).
Non possiamo aiutare la povertà altrui senza considerare la nostra fondamentale indigenza che è stata colmata dalla Grazia del Signore. Solo così possiamo condividere la situazione di chi è solo, emarginato, e, anche, senza i beni essenziali per sopravvivere. Il dono ricevuto diviene offerta per tutti.
E’ vero, - come ricorda il papa - che “viviamo un momento storico che non favorisce l’attenzione verso i più poveri. Il volume del richiamo al benessere si alza sempre di più, mentre si mette il silenziatore alle voci di chi vive nella povertà. Si tende a trascurare tutto ciò che non rientra nei modelli di vita destinati soprattutto alle generazioni più giovani, che sono le più fragili davanti al cambiamento culturale in corso. Si mette tra parentesi ciò che è spiacevole e provoca sofferenza, mentre si esaltano le qualità fisiche come se fossero la meta principale da raggiungere” Nonostante questo ncontriamo anche chi vive l’amore donando tempo, competenze e responsabilità.
“I poveri sono immagini che possono commuovere per qualche istante, ma quando si incontrano in carne e ossa per la strada allora subentrano il fastidio e l’emarginazione. La fretta, impedisce di fermarsi, di soccorrere e prendersi cura dell’altro”.
E’ vero; ringraziamo comunque il Signore perché ci sono tanti uomini e donne che praticano l’accoglienza e si impegnano accanto a chi soffre .
Da questi esmepi troviammo le motivazioni e la forza di lascirci coinvolgere personalmentet
LEGGI TUTTO IL MESSAGGIO DL PAPA
PER LA GIORNATA MONDIALE DEI POVERI https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2023/06/13/0441/00986.html