Sappiamo tutti che la celebrazione della Pasqua, per noi cristiani e, prima ancora, per il popolo di Israele, è la festa fondamentale, la madre di tutte le feste. La parola "pasqua" viene dall'ebraico Pesach che significa "passaggio". Con questa parola si indica il passaggio dell'angelo sterminatore in Egitto, ma, soprattutto, il passaggio dalla schiavitù alla libertà. A Pasqua si fa memoria e si rivive dunque la liberazione dall’Egitto che trova il suo completamento nel “passaggio” dal potere del male alla Signoria di Cristo mediante la sua Pasqua di Passione, Morte, Sepoltura e Risurrezione..
Per Israele il fulcro di tutto questo è il “Seder pasquale”, cioè una cena con gesti, azioni e canti che commemora la Pasqua con un ordine rituale prestabilito (“seder”) ed ha, al suo centro, l’ “Haggadah” cioè il racconto della liberazione.
L’intero rito del “seder” è estremamente significativo e pieno di momenti profondamente religiosi. Il piatto, i gesti, le parole evocano simboli e ricordi cari a chiunque conosca un po’ la Storia della salvezza. Alcuni momenti significativi sono:
- la domanda iniziale, fatta dal più giovane della casa, fa sì che tutti, si sentano parte attiva del rito liturgico;
- la risposta è tutto il racconto dell’haggadah;
- la cena conviviale, con l’obbligo di ricevere chiunque si presenti in casa e introdurlo a far parte degli invitati;
- le preghiere, inni di lode, di ringraziamento, di stupore per quanto Dio ha compiuto a favore del suo popolo.
Questa celebrazione ci aiuta a comprendere quello che Gesù ha compiuto nell’ultima cena istituendo l’Eucaristia; questa infatti è nata all’interno di un incontro di preghiera, di lode, di gioia, di convivio, appunto come il seder pasquale invita a fare. In quella “cena pasquale” Gesù ha lavato i piedi agli apostoli e ha donato il suo Corpo e il suo Sangue chiedendo di far questo in “Sua Memoria”. Perciò il Seder pasquale come l’Eucaristia ci richiamano a celebrare la speranza della liberazione di tutti i popoli perseguitati e oppressi e ad impegnarci per il loro riscatto. E’ la celebrazione e la promessa di una “vita buona” per tutti.