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            Gesù vuole che lo sentiamo sempre vicino, vuole che la nostra vita sia veramente felice. Per questo attraverso il sacramento della Cresima ci vuole donare in maniera ancora più grande lo Spirito Santo che abbiamo già ricevuto nel Battesimo.

           Senza il dono dello Spirito Santo non riusciamo a riconoscere Gesù presente, facciamo più fatica a distinguere ciò che è bene e ciò che è male, facciamo più fatica ad avere fiducia, speranza e ad amarci gli uni gli altri. Senza il dono dello Spirito Santo siamo più paurosi, abbiamo più vergogna di noi stessi e di dire chi siamo e a chi apparteniamo, che siamo cristiani… Può essere contento un guerriero che ha paura di servire il suo re o un tifoso che ha vergogna di dire qual è la sua squadra preferita?
Lo Spirito Santo è il maestro del nostro cuore ed è la guida della Chiesa. Una volta Papa Francesco ha paragonato la Chiesa ad una grande nave: lo Spirito Santo è il vento che la sospinge verso la sua meta, la felicità e la salvezza di tutti gli uomini. Lo Spirito Santo ci permette di essere veri uomini, di poter affrontare qualsiasi avventura, di non aver paura.

Per questo il sacramento della Cresima ha anche un altro nome: si chiama Confermazione. Attraverso questa parola la comunità cristiana vuole dirti: non avere paura di diventare grande è delle cose grandi che ti verranno chieste o che dovrai affrontare, perché non sei solo. Dio, che ha fatto il cielo e la terra, e tutto il creato ti conferma, ti dice che la tua vita vale! Che tu vai bene e sei prezioso. E tu, liberamente, decidi di seguirlo.

Per ricevere bene il dono della Cresima occorre innanzitutto volerlo, occorre domandarlo, occorre attenderlo, occorre desiderarlo, occorre prepararsi a riceverlo. Il sacramento della Cresima è un dono, e i doni si possono accettare o rifiutare. La Cresima non agisce meccanicamente.
Come tutti i doni, se noi non li vogliamo o non li “usiamo bene”, è come se non ci fossero. Occorre la nostra libertà.

Dio non ci costringe mai, è un Signore, e viene a noi nella misura in cui lo accogliamo, in cui siamo disponibili ad invocarlo e accoglierlo.
Dio non dona lo Spirito Santo a tutti, ma a chi glie lo chiede.

 

 

 

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Il mese missionario di ottobre trova il suo apice nella celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale che ricorre in questa  domenica 22 ottobre. In questa giornata ogni comunità cristiana si unisce spiritualmente a tutti i missionari inviati nel mondo ad annunciare il Vangelo fino agli estremi confini e, attraverso la raccolta di offerte a favore delle Pontificie Opere Missionarie, ogni parrocchia, rettoria, cappellania, ossia ogni comunità che celebra l’Eucarestia, contribuisce al sostegno di tutti i missionari sparsi nel mondo e di tutte le comunità più povere di mezzi, quelle che vivono in situazioni di assoluta minoranza e quelle che soffrono controversie e persecuzioni.

Per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno Papa Francesco ha scelto un tema che prende spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus, nel Vangelo di Luca (cfr 24,13-35): «Cuori ardenti, piedi in cammino». Attraverso l’esperienza di questi due discepoli che, nell’incontro con Cristo risorto, si trasformano in attivi missionari, Papa Francesco richiama prima di tutto il valore della Parola di Dio per la vita dei battezzati: «La conoscenza della Scrittura è importante per la vita del cristiano, e ancora di più per l’annuncio di Cristo e del suo Vangelo» «Gesù infatti è la Parola vivente, che sola può far ardere, illuminare e trasformare il cuore».

In un secondo passaggio del suo messaggio il papa ci sottolinea l’importanza dell’Eucarestia: «Occorre ricordare che un semplice spezzare il pane materiale con gli affamati nel nome di Cristo è già un atto cristiano missionario. Tanto più lo spezzare il Pane eucaristico che è Cristo stesso è l’azione missionaria per eccellenza, perché l’Eucaristia è fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa».
Infine il Papa ci ricorda l’importanza del mantenere viva la missione con l’impegno di ciascuno e con la preghiera per le vocazioni missionarie: «L’immagine dei “piedi in cammino” ci ricorda ancora una volta la perenne validità della missio ad gentes, la missione data alla Chiesa dal Signore risorto di evangelizzare ogni persona e ogni popolo sino ai confini della terra

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Siamo giunti celebrare il dono di Amore che Gesù ci offre attraverso l’Eucaristia: Egli si offre a noi, vero Cibo e vera Bevanda, per donarci la pienezza della Vita; così diventeremo suo vero Corpo, riconciliati gli uni con gli altri e—soprattutto – con Dio. Dalla “comunione” con il Signore risorto nasce la “comunità” che si esprime in quella porzione di Chiesa che è la Chiesa di Lucca e, in particolare, la nostra Comunità Parrocchiale.

Ricevere la “comunione” per vivere la “comunità”: è questo il dono grande della festa del Corpus Domini, un dono da accogliere e, sempre, ogni giorno, da costruire. Non si realizza in un giorno, non è questione di volontarismo e neanche frutto di isolati operatori: la comunità cristiana si realizza progressivamente ed ha bisogno dell’apporto di tutti: grandi e piccoli, buoni e meno buoni, capaci e meno capaci. Tutti.

E, riflettendo su questo, mi viene da pensare alla preparazione del “tappeto fiorito” che abbiamo vissuto in questi giorni.
C’è stata all’inizio, un’idea, “l’Eucaristia fermento di pace”, e poi si è passati alla realizzazione. E sono entrati in gioco tanti altri elementi, rivelatisi tutti estremamente necessari: l’ubicazione giusta, la scelta e il reperimento del materiale adatto (fiori, sabbia, segatura, …), i tempi dell’esecuzione. Ma non saremmo arrivati a una buona conclusione se qualcuno prima non avesse misurato il terreno e poi teso dei fili per costruire il piano di posa e sistemare la sabbia su cui infine elaborare il disegno. Tante persone per un unico obiettivo, apparentemente semplice, ma complesso; tante persone, tutte necessarie, una per una.

Così è la nostra Comunità Parrocchiale: vi è un Progetto che è quello di Gesù e che molti di noi condividono; il bello è mettersi all’opera per realizzarlo.
Ognuno può donare qualcosa; se non ci rimbocchiamo le maniche –tutti— il Progetto non si realizza.
Superiamo la mentalità che ci fa pensare di non essere adatti, di non avere qualità o, peggio ancora, di aspettare che ci chiamino

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In questa Settimana Santa, sorgente del nostro essere  cristiani, giorno dopo giorno, siamo condotti a partecipare alla Morte del Signore per vivere la sua Risurrezione.

Nel Lunedì, Martedì e Mercoledì contempliamo Gesù Salvatore assieme al Mistero del tradimento e del peccato dell’uo-mo. Giuda Iscariota ne è l’immagine eloquente.

Al Giovedì Santo celebriamo l’istituzione dell’Eucaristia e del Ministero Ordinato (i Presbiteri) assieme al comando del Signore sulla carità fraterna. Il nostro sguardo vada all’apostolo Pietro, l’apostolo generoso e fragile a cui Gesù ha affidato la sua Chiesa, nonostante i suoi vacillamenti e cadute.

Nel Venerdì Santo la Chiesa - tutti noi - con la meditazione della Passione del suo Signore e sposo e con l’adorazione della croce commemora la sua origine dal fianco di Cristo, che riposa sulla croce, e intercede per la salvezza di tutto il mondo. Con l’apostolo Giovanni chiediamo che Maria, affidata a tutti noi come dolcissima Madre ci sostenga nella perseveranza e nella fede.

Il Sabato,giorno del grande silenzio, con Maria chiediamo che tutta l’umanità sofferente sperimenti la Risurrezione.

La Veglia Pasquale è tutta un tripudio di luce e di canto, di Speranza accolta e di Vita annunciata: “il Signore della Vita era morto; ma ora, vivo, trionfa!”. Con Maria di Magdala lasciamo srotolare via le bende del dubbio, del dolore, della non-accoglienza per incamminarci sulla strada dell’incontro e dell’ac-compagnamento, come è avvenuto ai discepoli di Emmaus.

E poi la Domenica “giorno radioso e splendido del trionfo di Cristo!”. L’Alleluia ripetuto in continuazione ci dirige verso nuovi orizzonti: la Vita che risorge non può essere trattenuta; da ciascuno si espande al creato e a tutte le creature per comunicare vita, gioia e speranza. E’ il Mistero di una Chiesa missionaria annunciata nei 50 giorni di Pasqua da celebrare con la vita.

Non lasciamoci sfuggire il Dono prezioso dell'incontro con il Signore che viene a noi attraverso le celebrazioni sacramentali. Esse sono la sorgente della nostra salvezza

 

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Abbiamo iniziato la quaresima ricercando una maggiore consapevolezza del battesimo ricevuto da piccoli e questo ci ha condotti ad incontrare Gesù, sorgente di Vita e Luce per la nostra esistenza: la samaritana e il cieco nato ci hanno narrato di questa loro esperienza. Oggi incontriamo Lazzaro di Betania e, da lui e dalle sorelle, Marta e Maria, siamo accompagnati a riconoscere Gesù “Risurrezione e Vita”.
La nostra esperienza di discepoli è simile alla loro.

“Signore, colui che tu ami è malato, è debole, sta per morire” hanno detto le sorelle al Signore e lui, Gesù, quando ha trovato Lazzaro già da quattro giorni nel sepolcro, ha gridato. “Lazzaro vieni fuori!”. Il suo grido è simile a quanto annunciava il profeta: “Riconoscerete che io sono il Signore quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri”.
Tutta la nostra vita, a pensarci bene, è segnata dalla “debolezza” della malattia, quella spirituale, anzitutto. Sperimentiamo la fatica, la delusione e la sofferenza e non siamo capaci, spesso, di uscire da queste strettoie. Confondiamo la morte con la vita, ci lasciamo avvolgere dalle bende delle nostre sicurezze e dalle scelte sbagliate, sprofondiamo in sepolcri che non donano riposo, ma inquietudine, scontento e rimorso. Contiamo sulle nostre forze facendo a meno di Dio e degli altri, lasciando pianto e dolore sulle nostre macerie.


C’è bisogno allora di fratelli e sorelle che implorino il Signore: “Colui che tu ami è malato. Vieni! Tu sei Risurrezione e Vita!”. Occorre anche che risuoni per noi il grido ”Vieni fuori!”. Abbandona le tue false sicurezze, le offese, le calunnie, l’emargi-nazione dei poveri... Entra in contatto con la Vita! E’ il Signore Gesù il tuo Salvatore!
Rigenerati dall’acqua e dallo Spirito santo nel Battesimo siamo stati inseriti in Cristo, divenendo figli di Dio nella Chiesa; quella Chiesa che con il sacramento della Penitenza, confessione e perdono delle colpe rinnova per noi la Grazia battesimale.


Accogliamo la Vita Pasquale celebrando questo Sacramento: in maniera comunitaria venerdì prossimo, oppure singolarmente nella settimana santa!. Esso è per noi garanzia di Vita!

 

Casa parrocchiale

Piazza don Carlo Matteoni, 9
Segreteria: da lunedì a giovedì
dalle ore 16,00 alle ore 19,00

tel. 0583 414082

 

Contatti

Don Agostino te. 353 4594727

Don Luigi tel. 345 3095444

Don Samuele tel. 333 3885531

Suore San Giuseppe te. 351 9283022

 

S.Messe festive

Sabato e vigilia delle feste:
ore 17,00 chiesa San Pancrazio

ore 18,00 chiesa d Marlia

Domenica   

ore 10,30 chiesa di Marlia
ore 11,00 chiesa di Matraia

 

 

S.Messe feriali

Cappella S. Emilia   
ore 08,15: Lodi    ore 08,30: S. Messa   
(no mercoledì e sabato)
 
Confessioni:     sabato ore 17,30

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