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Siamo “venuti alla luce” all’inizio della nostra esistenza e abbiamo bisogno di luce per orientarci nel cammino. La luce è essenziale per continuare a vivere. E’ vita.
           Non si tratta solo di luce materiale; nei nostri atteggiamenti, nel percorso che conduciamo assieme agli altri, per decifrare e indirizzare i nostri pensieri, i sentimenti e gli atteggiamenti occorre essere “illuminati” se non vogliamo proseguire a casaccio, con il rischio di farci del male.
Ed oggi, noi incontriamo la “Luce”: Gesù, il Signore che viene a dissipare le tenebre della nostra esistenza. Come è avvenuto per il cieco di cui ci parla il vangelo, anche per noi, con il battesimo, è avvenuta una “nuova creazione”: ci è stata offerta la possibilità di decifrare il corso dell’esistenza alla luce di Gesù e, ogni giorno, possiamo superare le tenebre che continuamente rischiano di avvolgerci. Occorre luce infatti per saperci orientare fra le scelte della vita, non possiamo scegliere a casaccio secondo i nostri impulsi. Avviene talvolta di essere avvolti nella tenebra più oscura perchè il male irrompe nella vita e sperimentiamo la fragilità fisica, l’incostanza dei sentimenti, il vortice di impulsi sregolati che sempre di più trascinano nel profondo, privandoci, ci sembra, di ogni possibilità di recupero.
E’ in quei momenti che possiamo invocare la Luce; impariamo a farlo accompagnati da S. Agostino che afferma: “Stimolato a rientrare in me stesso, sotto la tua guida, entrai nell'intimità del mio cuore, e lo potei fare perché tu ti sei fatto mio aiuto (cfr. Sal 29, 11). Entrai e vidi con l'occhio dell'anima mia, … una luce inalterabile sopra il mio stesso sguardo interiore e sopra la mia intelligenza. Non era una luce terrena e visibile che splende dinanzi allo sguardo di ogni uomo. Direi anzi ancora poco se dicessi che era solo una luce più forte di quella comune, o anche tanto intensa da penetrare ogni cosa. Era un'altra luce, assai diversa da tutte le luci del mondo creato. […] Era la luce che mi ha creato. E se mi trovavo sotto di essa, era perché ero stato creato da essa. Chi conosce la verità conosce questa luce”.
Anche noi lasciamoci illuminare dal Signore Gesù: nei nostri sentimenti, nei nostri amori, nelle nostre scelte. 

 

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Il prefazio della seconda domenica di Quaresima annuncia brevemente il Mistero che celebriamo; il Signore “dopo aver dato ai discepoli l’annuncio della sua morte, sul santo monte manifestò la sua gloria”: è l’evento della Trasfigurazione nella quale Gesù manifesta svelatamente il suo essere figlio di Dio e Salvatore.


Nel nostro itinerario di riappropriazione del battesimo ricevuto da piccoli, questa è la domenica in cui ci troviamo a vivere il secondo momento del discernimento: dopo aver riconosciuto con l’aiuto dello Spirito santo quali sono le nostre tentazioni che, come fantasmi, si interpongono tra noi e Dio, in questa domenica sia condotti a scoprire la bellezza della Vita Cristiana. Per il battesimo ricevuto anche il nostro volto rispende come quello di Gesù; inseriti in Cristo e nella Chiesa sappiamo di essere stati  “chiamati con una vocazione santa, ….secondo il suo progetto e la sua grazia” (2Tm 1,9).


E’ vero che tante volte sbagliamo obiettivo, pecchiamo e falliamo miseramente; tuttavia, in questa domenica, la Trasfigurazione è come il raggio di luce per chi vuole convertirsi; è un confrontarsi con Cristo  modello di vita nuova con l’impegno di accogliere i valori nuovi dell’essere cristiano; riappropriamoci perciò delle  Beatitudini che costituiscono lo scenario radioso che si apre per chi decide di vivere come discepolo di Gesù.


Le Beatitudini non sono per persone pavide, accartocciate e ripiegate su se stesse: sono offerte a chi vuole vivere in pienezza la propria esistenza; sono Dono per vivere un amore offerto a tutti, una preghiera filiale  a Dio come Padre, un servizio permanente e generoso agli altri, un annuncio gioioso di speranza per la vita eterna. Leggiamole sul vangelo, viviamole!


Non siamo degli illusi: coloro che noi chiamiamo “Beati” e “Santi” testimoniano questa possibilità. Seguiamo il loro esempio

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La Quaresima e il Tempo Pasquale sono — ci ricorda l’Arcivescovo nella sua Lettera Pasquale — un periodo di Novanta giorni per riscoprire il tesoro della fede, fino a decidere di nuovo, con rinnovata convinzione ed entusiasmo, di appartenere a Cristo e alla Chiesa, facendo del Vangelo e della persona di Gesù la luce e la forza delle decisioni quotidiane, in ogni campo dell’esistenza. Come fare?
La liturgia domenicale è quest’anno (ciclo A) particolarmente efficace nel riproporre un cammino catecumenale e mistagogico che riprende il kerygma (annuncio fondamentale) della fede: la Veglia pasquale ne è il fulcro e la Pentecoste il punto di arrivo. La quaresima sarà bene dedicarla a smascherare le false “parole di vita” che ci allontanano da Dio e dalla comunità, rendendoci tristi, poiché non rispondono ai bisogni profondi di felicità e di pienezza; il tempo pasquale sarà propizio per riscoprire la bellezza dell’esistenza in Cristo e nella Chiesa, dono da vivere e da condividere con semplicità e allegria.
Fissare in questo modo lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento (Eb 12,2), sarà favorito anche dalla conoscenza del nugolo di testimoni (Eb 12,1) che incarnano la bellezza e la fecondità umana della scelta di fede. In ogni comunità ci sono o si conoscono persone e situazioni, di ieri e di oggi, capaci di mostrare come l’adesione a Cristo e alla Chiesa conduca a pienezza di vita e felicità. Non bisogna scomodare i grandi personaggi: si possono porre in evidenza anche i “santi della porta accanto”: i genitori che crescono con amore i figli, gli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, i malati che non perdono la speranza, le religiose anziane che continuano a sorridere, […] quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio (cf GeE 7 )
Le nostre proposte parrocchiali  saranno orientate in tal senso.

 

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         Oltre 360 milioni di cristiani nel mondo soffrono persecuzioni e discriminazione a causa della propria fede; i cristiani uccisi per ragioni legate alla fede, tra il 1° ottobre 2020 ed il 30 settembre 2021, superano i 5.800, circa il 23% in più rispetto alle cifre dell’anno precedente. La World Watch List 2022, annuale report dell’organizzazione Porte Aperte/Open Doors, racconta così la persecuzione anticristiana in 50 Paesi del mondo.


         La crescita di violenza, discriminazioni e vessazioni 
“Da quando realizziamo questo report, da circa 30 anni – spiega Christian Nani, direttore di Porte Aperte Italia – questo è il livello più alto che sia mai stato raggiunto in termini assoluti di persecuzione. Un cristiano ogni 7 al mondo viene perseguitato, in Africa un cristiano su 5, in Asia due ogni 5. Stiamo assistendo alla crescita di un fenomeno che tocca la vita delle comunità cristiane e dei singoli, da vari punti di vista”.


         L’Afghanistan, Paese più pericoloso
Il report quest’anno vede un cambiamento al vertice. Dopo aver aperto per circa 20 anni l’elenco, la Corea del Nord scende al secondo posto scalzata dall’Afghanistan, Paese divenuto il più pericoloso al mondo per la comunità cristiana dopo l’ascesa dei talebani al potere, evento che, continua Nani, “si sta trasformando in una sorta di benzina dello jihadismo globale”, il che genera non poche preoccupazioni in contesti come quello dell’Africa. In questo continente, infatti, si registra il numero maggiore di morti, con la Nigeria, si legge, “epicentro di massacri”, con 4.650 vittime. Nella classifica di Open Doors, tra i primi 10 posti ci sono ben sette nazioni africane, laddove i movimenti jihadisti si stanno sviluppando sempre più.

La Chiesa in fuga Altro fenomeno molto grave è quello di una Chiesa che viene definita “profuga”, quello cioè dei cristiani in fuga: centinaia di migliaia di persone che lasciano i propri Paesi.

PER SAPERNE DI PIU’

https://www.porteaperteitalia.org/

https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2022-01/open-doors-mondo-cristiano-gravi-persecuzioni.html

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 Anche questa domenica contiene una “epifania”, una manifestazione: Gesù viene indicato da Giovanni Battista come colui che è il Salvatore, l’ “Agnello di Dio”.

E’ questa un’immagine cara alla Scrittura: con il Sangue dell’Agnello, al tempo dell’Esodo, le case di Israele erano state protette dal furore dell’angelo della morte; l’agnello consumato nella cena pasquale ricordava e rendeva attuale l’opera di Dio in favore del suo popolo; nel libro dell’Apocalisse troviamo infine l’Agnello Morto e Risorto - Gesù Cristo Risorto - che, solo, ha la possibilità di sciogliere i sigilli del libro della Vita e così rivelare il senso della Storia. Oggi, come dicevamo, Giovanni Battista indica Gesù come “Agnello di Dio” inviato dal Padre, che, sostenuto dello Spirito Santo, porta a compimento, con la sua Morte e Risurrezione, la Salvezza annunciata nel Primo Testamento.

Tale annuncio ci provoca - grandi o piccoli - a ripensare il nostro cammino di fede. Guardare a Gesù riconosciuto come “Agnello di Dio” vuol dire in primo luogo riconoscere che la fede è in primo luogo dono di Vita: offerta gratuita del Figlio di Dio che ci riscatta da ogni forma di morte e di paura.

Nel contempo è un dono che richiede accoglienza e capacità di renderlo fruttuoso.
Nasce da qui la vita cristiana, riconosciuta come la “strada” che ci permette di incontrare il Salvatore nel percorso, spesso tortuoso, della nostra esistenza.

Sta a noi accogliere l’Agnello di Dio, Gesù offerto per noi: i Sacramenti permettono di sperimentare questo incontro. Non sono semplici gesti, ma azioni salvifiche nelle quali incontriamo Gesù che dona Vita nuova al nostro esistere.

Adoperiamoci allora a vivere responsabilmente questi doni; lasciamoci rinvigorire dal sangue dell’ Agnello partecipando all’Eucaristia, vertice e culmine di Salvezza. 

Noi, che a volte siamo fiacchi e sfiduciati, ricerchiamo la bellezza di un Incontro che è Sorgente di Vita.

 

Casa parrocchiale

Piazza don Carlo Matteoni, 9
Segreteria: da lunedì a giovedì
dalle ore 16,00 alle ore 19,00

tel. 0583 414082

 

Contatti

Don Agostino te. 353 4594727

Don Luigi tel. 345 3095444

Don Samuele tel. 333 3885531

Suore San Giuseppe te. 351 9283022

 

S.Messe festive

Sabato e vigilia delle feste:
ore 17,00 chiesa San Pancrazio

ore 18,00 chiesa d Marlia

Domenica   

ore 10,30 chiesa di Marlia
ore 11,00 chiesa di Matraia

 

 

S.Messe feriali

Cappella S. Emilia   
ore 08,15: Lodi    ore 08,30: S. Messa   
(no mercoledì e sabato)
 
Confessioni:     sabato ore 17,30

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